Il telo di Oviedo

Oviedo è il capoluogo delle Asturie nella Spagna nord-occidentale, tra i monti Cantabrici e il golfo di Biscaglia. Città tra le più belle è conosciuta per il centro storico medievale, con la cattedrale in stile gotico e la sua Camera Santa del IX secolo.

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Tra i tesori della Cattedrale che hanno un profondo significato religioso c’è il Santo Sudario, il lenzuolo che avrebbe coperto il volto del Cristo morto e un pezzo di lígnum crucis, ovvero il legno della croce di Gesù.

Il sudario di Oviedo, conosciuto anche come telo di Oviedo, è una reliquia della Chiesa cattolica, costituita da un telo di lino di dimensioni ridotte conservato nella Camera Santa della cattedrale di San Salvador a Oviedo.

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Le analisi col metodo del carbonio-14 hanno datato il telo al 700 d.C. circa. Secondo la tradizione cristiana e il Vangelo di san Giovanni, questo telo sarebbe stato usato per avvolgere il capo di Gesù dopo la sua morte e sino all’arrivo al sepolcro, perché il sangue non si disperdesse.

Secondo la tradizione, il sudario fu conservato a Gerusalemme al 614. In quell’anno la città fu invasa dai Persiani e il sudario insieme ad altre reliquie fu trasportato via in un’arca di legno: giunse in Spagna dove fu conservata a Toledo fino alla prima metà dell’ottavo secolo quando l’invasione musulmana costrinse a trasferirlo, raggiunse Oviedo tra l’812 e l’842.

Esami scientifici

La datazione con il metodo del carbonio 14 ha datato il sudario come risalente al 680. Secondo le ricerche del Centro spagnolo di sindonologia, le macchie sul sudario sono di sangue e liquido di edema polmonare, prodottesi in diversi momenti successivi mentre il telo era avvolto sulla testa di un cadavere. Il sindonologo Pierluigi Baima Bollone ha analizzato il sangue che risulterebbe del gruppo AB.

Il criminologo svizzero Max Frei ha studiato i pollini presenti sul telo e avrebbe riconosciuto specie caratteristiche della Palestina e del Nordafrica, il che confermerebbe il viaggio del sudario indicato dalla tradizione.

La struttura tessile del sudario e rilevato che le fibre sono state filate a mano con torcitura “Z”, mentre la trama del tessuto è ortogonale.

La comparazione del sudario di Oviedo con la sindone di Torino è ovviamente di grande interesse, e se venisse provato che essi hanno la stessa origine, ciò costituirebbe un forte indizio a favore dell’autenticità di entrambi.

La forma delle macchie sul sudario presenta una compatibilità “molto buona” con l’immagine del volto impresso sulla Sindone e numerosi dettagli coincidono. La macchia di sangue è circondata da un alone di fluido cadaverico, compatibile con liquido pericardico e pleurico.

Lo studio svolto dall’anatomopatologo Alfonso Sánchez Hermosilla dell’Istituto di medicina legale dell’Università Cattolica di Murcia localizza fra la quarta e la quinta costola la ferita che ha causato il versamento. Come nel caso della Sindone la ferita non è verticale ma orizzontale e il gruppo sanguigno è confermato di tipo AB.

La grossezza e la torcitura delle fibre del tessuto corrispondono a quelle della sindone. la trama invece è diversa, essendo ortogonale per il sudario di Oviedo e a spina di pesce per la sindone.

Il sudario mostra unicamente tratti derivanti da contatto con sangue umano, senza alcuna immagine che derivi da alcunché di diverso dal contatto tra telo e sangue stesso.