Padre Domenico da Cese

di Antonio Bini

Padre Domenico da Cese, al secolo Emidio Petracca, nasce a Cese, frazione di Avezzano il 27 marzo 1905, da una famiglia contadina. Persone semplici e laboriose, la cui vita era ispirata alla concezione cristiana della famiglia.

La Storia

Per ragioni economiche, il padre Giovanni fu costretto per alcuni anni ad emigrare in Argentina. Sin da bambino avverte il desiderio di diventare cappuccino.

Una scelta contrastata dal padre.

A 16 anni riesce finalmente a convincere il padre, che lo accompagnò al convento di Avezzano 3 novembre 1921. 

Dal 1925 al 1927 fu chiamato a prestare servizio di leva, prima a Firenze e poi a L’Aquila. L’11 ottobre 1931 fu ordinato sacerdote a Sulmona. Tornò a L’Aquila, dove fu cappellano all’ospedale dell’Aquila.

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Nel periodo 1940-41 fu chiamato a svolgere le funzioni di cappellano militare prima Trieste, nella Risiera di San Saba, allora adibita ad ospedale di guerra e quindi nell’area balcanica occupata dall’esercito italiano.
Rientrato in Italia è assegnato a vari conventi abruzzesi: Avezzano, Luco dei Marsi, Trasacco, Campli, Caramanico: Nel 1964 visita per la prima volta il Santuario del Volto santo di Manoppello, dove fu trasferito nel 1966.

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Fu da questo periodo in poi che si spese nella divulgazione e devozione del Volto Santo, fino alla morte, a seguito di incidente stradale, avvenuto il 17 settembre 1978 a Torino, dove si era recato per l’Ostensione della Sindone. Per incontrarlo e avere il conforto della sua parola si faceva la fila per ore.  Leggeva nelle menti e nel cuore delle persone. Chi andava a confessarsi era anticipato da p. Domenico.

Rispetto a tanti fatti straordinari di cui fu protagonista, raccomandava “Non dire a nessuno di queste cose prima che io sia morto”. Desiderava che si parlasse solo del Volto Santo.

Tra i momenti significativi della sua vita va ricordata la data del 15 gennaio 1915 in cui si salvò miracolosamente dal terremoto della Marsica, dove perirono 30mila morti, tra cui due sue sorelle.

A Manoppello riconobbe nel sacro velo il volto dell’’uomo che lo salvò dalle macerie della chiesa di Cese, come da varie testimonianze.
Singolari le circostanze della sua morte, avvenuta a Torino il 17 settembre 1978, a seguito di un incidente stradale. Si era recato nella città piemontese in occasione dell’ostensione della Sindone, cui teneva particolarmente, per un confronto con il Volto Santo. Aveva previsto che la sua data di morte un anno prima.

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P. Domenico, convinto dell’autenticità e della natura divina del sacro velo, era giunto alla conclusione che la Sindone e il Volto Santo fossero stati insieme nella tomba di Cristo, identificabili quindi con il telo funerario e nel sudario di cui parla il Vangelo (Gv. 20 -4). Tanto scriveva con estrema franchezza in uno dei suoi santini che faceva stampare per far conoscere il Volto Santo tra quanti accorrevano a Manoppello.

Il suo primo biografo fu Bruno Sammaciccia, amico del Servo di Dio e assiduo frequentatore del Santuario. Nella prefazione del suo libro “Padre Domenico del Volto Santo, cappuccino, mistico, ispirato e taumaturgo” (1979) scrisse che:

Padre Domenico era un vero paladino del Volto Santo, dedicandosi anima e corpo per la divulgazione di tale devozione, fino a farne l’unico vero scopo della sua vita»”

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Dalla stessa biografia emerge la storia del suo straordinaria con P. Pio da Pietrelcina che conobbe nel 1940. A metà degli anni sessanta p. Domenico ritornò a San Giovanni Rotondo per riferire a p. Pio che era stato assegnato al Santuario del Volto Santo di Manoppello. P. Pio avrebbe esclamato:”…. è il più grande miracolo che abbiamo!”.

All’alba dell’ultimo giorno della sua morte P. Pio fu visto da p. Domenico in bilocazione, mentre era in preghiera rivolgendosi al Volto Santo dicendo:

“Io non mi fido più. Prega per me. Arrivederci in paradiso.”

Tali circostanze furono confermate da fra’ Vincenzo D’Elpidio (cfr. A. Bini, Padre Pio davanti al Volto Santo, in Rivista del Santuario del Volto Santo, n. 1, agosto, 2005).
Padre Domenico fu a lungo amico di fra’ Vincenzo che si impegnò fino alla sua morte avvenuta il 15 dicembre 2020 per essere un riferimento spirituale e umano per i tanti devoti legati a p. Domenico.

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Sembra che fra’ Vincenzo abbia ripreso alcuni carismi e abbia continuato a raccogliere testimonianze utili all’avvio del processo di canonizzazione del frate di Cese. 
Più recentemente è stato riscontrato un ulteriore fenomeno di bilocazione, con p. Domenico, ripreso da un filmato dell’Istituto Luce, per alcuni istanti nel corso dei funerali di p. Pio, anche se il cappuccino non si mosse da Manoppello.

Riguardo a questi fenomeni di bilocazione, descritti in varie testimonianze di devoti, appare utile richiamare quanto affermò l’Arcivescovo di Lanciano-Ortona Emidio Cipollone, con un suo intervento scritto, letto in occasione del convegno tenuto a Cese il 15.12.2013, per ricordare la figura di p. Domenico. Monsignor Cipollone, pure nativo di Cese, che ebbe a conoscere da bambino p. Domenico, scrisse:

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“La capacità di prevedere il futuro, la bilocazione, le stimmate e quant’altro attribuibile a p. Domenico), potrebbero anche non appartenerci; ma la fedeltà alla vocazione, la costanza nella preghiera, l’essenzialità dello stile di vita, la disponibilità al sacrificio, la presenza continua davanti al Signore contemplandone il Volto, l’importanza e il valore che dava al sacramento della penitenza e dell’eucarestia, l’accoglienza delle persone e la vicinanza ai malati pur condita dalla rudezza del carattere, tutto questo ci riguarda e lo dobbiamo custodire e curare nella nostra vita

”.

A proposito delle sue virtù profetiche, vale la pena richiamare la testimonianza di monsignor Camillo Cibotti, vescovo di Isernia, che nel 2019 ebbe a dichiarare:

Conobbi p. Domenico da giovane seminarista andando a visitare ii Santuario del Volto Santo. Ricordo che p. Domenico disse che negli anni successivi alla sua morte il Volto Santo sarebbe stato conosciuto in tutto il mondo”. Una circostanza che al tempo doveva apparire fuori dalla realtà di quello che era un santuario conosciuto soltanto in ambito locale, salvo rare eccezioni. Eppure dal 1978, anno della sua morte, effetti questo accadde, ancor più dopo la visita di Benedetto XVI, avvenuta il primo settembre 2006.

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L’opera di documentazione svolta da fra’ Vincenzo D’Elpidio, instancabile sostenitore della figura del confratello, portò l’Ordine dei Cappuccini d’Abruzzo a sostenere, innanzi all’arcivescovo della Diocesi Chieti-Vasto, le ragioni perché si avviasse la procedura canonica per la causa di Beatificazione e di Canonizzazione.

L’arcivescovo condivise tali ragioni, richiedendo il “Nihil Obstat” alla Congregazione per le cause dei santi, che si espresse favorevolmente in data 3 marzo 2015. Successivamente, in data 2 ottobre 2013, lo stesso arcivescovo, con proprio atto, rendeva noto di essere “giunto alla determinazione di promuovere la causa di beatificazione del Servo di Dio padre Domenico da Cese, invitando quanti conservano ricordi e documenti utili alla Causa di darne notizia alla Curia. Arcivescovile”. Molte le testimonianze raccolte e tanti sono i devoti che continuano a ricordare e pregare per l’intercessione di p. Domenico, tra queste anche stranieri, che non hanno avuto modo di conoscerlo in vita.

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Padre Domenico da Cese ha sempre proclamato (e i suoi figli e figlie spirituali lo attestano): «Questo è il volto del Risorto!».

È un’esperienza di lunghe ore di preghiera e contemplazione. Egli volle anche annunciare questa buona notizia all’interno della Chiesa, ma non fu ascoltato. Per questo spese molte energie per presentare il Volto del Signore al Congresso Eucaristico di Pescara nel 1977, organizzando una piccola mostra fotografica, ma riuscendo così solo in parte nell’intento.

Quasi contemporaneamente Renzo Allegri ebbe notizia di questo velo con il Volto e redasse per il settimanale GENTE, l’articolo che in un primo momento non avevo voluto leggere e avevo “nascosto” in fondo a un armadio per dimenticarlo. Questo articolo inaugurò il mio lavoro sul Volto Santo.

Oggi so di dovere a P. Domenico da Cese l’opportunità di aver iniziato questo impegno; l’articolo presentava il suo pensiero: il Velo di Manoppello era stato il Sudario messo sul Volto di Cristo nel sepolcro.

Spero che P. Domenico in Cielo gioisca e interceda per me. È stato riconosciuto Servo di Dio. Il Signore lo visitò quando era ancora bambino e lo salvò durante il terremoto di Cese nel 1910. Nel 1968 durante i funerali di Padre Pio già glorificò questo suo servo permettendo che fosse filmato mentre camminava in bilocazione dietro al feretro del suo illustre confratello!

Forse avrò la possibilità di vivere la sua beatificazione. Che gioia sarebbe! P. Domenico può anche insegnarci a pregare in silenzio davanti al Volto, offrendogli il nostro tempo, la nostra fede, il nostro amore. Infatti, è solo nella preghiera e nel silenzio che il mistero si rivela poco a poco. Questo mistero si svela delicatamente e ci aiuta ad aprirci.

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Bibliografia essenziale:

Paul Badde, La Seconda Sindone, la storia del vero volto di Cristo, ed. Newton Compton, Roma, 2007;

Eugenio Di Gianberardino, Padre Domenico da Cese (Emidio Petracca, cappuccino), Edizioni Frati Minori Cappuccini d’Abruzzo – Edizioni Palumbi, Teramo, 2014. Il saggio ha avuto un’edizione in spagnolo pubblicata in Brasile;

Bruno Sammaciccia,  “P. Domenico Cappuccino, un grande spirito francescano” ,  Litotipografia Fabiani, Pescara, 1979;

Mario Sgarbossa “P. Domenico da Cese e il mistero del Volto Santo di Manopello”,  edizione fuori commercio offerta ai figli spirituali del cappuccino, Tipolitografia Trullo, Roma, 2006

Petra-Maria Steiner, Servo di Dio Padre Domenico da Cese, cappuccino: copritore e primo apostolo del Volto Santo, ed. Vita Communis, Waiblingen (Germania), 2014. Il libro è stato edito anche in lingua tedesca e in lingua inglese;

Testimonianze firmate da confratelli e fedeli e scritti di P.Domenico da Cese, frate minore cappuccino della Provincia d’Abruzzo – edizioni varie (copertina celeste)